domenica 15 ottobre 2023

Riconoscere l’uomo anche nel nemico

Dasniel BARENBOIM fondatore della West Eastern Divan Orchestra, è stato direttore musicale dell’Opera di Stato di Berlino e della Scala.

                              
 

Caro Direttore, gli eventi attuali in Israele e a Gaza hanno profondamente scioccato tutti noi. Non c’è giustificazione alcuna per i barbari atti terroristici di Hamas contro i civili, compresi i bambini e i neonati. Dobbiamo prenderne atto, riconoscerlo, e fermarci. Ma il passo successivo è ovviamente la domanda: e adesso? Ci arrendiamo a questa terribile violenza e lasciamo che la nostra ricerca della pace “muoia” o continuiamo a insistere che ci debba e ci possa essere la pace?

Non facciamoci travolgere dall’odio Cerchiamo le cause

Intervista ad Assaf GAVRON (israeliano, scrittore)


 Assaf Gavron prova a sfuggire alla domanda su cosa possa riservare il futuro a Israele dopo gli ultimi drammatici giorni.
«Non ho la palla di vetro», dice con una punta di irritazione. Poi lo scrittore israeliano – noto per le sue idee progressiste e per la sua opposizione al governo Netanyahu - si ferma e si corregge: «Non ho certezze, ma ho una speranza: che quello che sta accadendo sia un punto di svolta, che faccia capire a un numero più alto di persone in questo Paese che così non si può andare avanti. Che è stata la politica verso i palestinesi basata solo sull’umiliazione a portarci a tutto questo».

SIAMO IMPOTENTI E CI CHIAMANO TRADITORI L'ODIO PER I PALESTINESI È DEGENERATO

Intervista a Etgar KERET(Israeliano, scrittore e attore)


Nel 2020, dopo che una terribile esplosione aveva scosso Beirut e si parlava di attacchi terroristici

su larga scala, la stand up comedienne libanese Carmen Chraim ha risposto alla domanda su come facesse tutte le sere a salire su un palco per fare battute non conoscendo la sorte del proprio Paese: «Bisogna provarci», ha detto laconica. Il modo che ha Etgar Keret di continuare a provarci passa dalla letteratura umoristica, che per lui diventa una questione privata, scudo all’incertezza e alla violenza che troppe volte ha visto esplodere.

umorismo l'assurdità di un'esistenza al limite del conflitto è la sua arma.

L’unica che, da pacifista convinto, si concede.

Le chiederei come va, ma...

L'EMOZIONE E IL CUORE DEL RICATTO DI HAMAS

15/10/2023 - editoriale del direttore de La Stampa Andrea Malaguti

L'emozione e il cuore del ricatto di Hamas. Coinvolge tutti, coinvolge anche me. La violenza inghiotte ogni cosa, confonde i pensieri, rende i ragionamenti complicati, alimenta la cattiveria e i fanatismi. I morti si calcolano a migliaia, l’orrore scatenato dai macellai di Yahya Sinwar può avere conseguenze irrimediabili sulle nostre esistenze e, in un perverso effetto domino, mettere fine al mondo fondato sulle regole che abbiamo conosciuto dopo la Seconda Guerra mondiale e che rassicurano noi occidentali sempre più incerti sui valori ai quali aggrapparci.

LA GUERRA DISUMANA

Francesca Mannocchi (La Stampa del 15/10/2023)

                              

Lunedì scorso, durante una conferenza stampa a Tel Aviv, il presidente israeliano Isaac Herzog, in risposta ai giornalisti che lo incalzavano sulla situazione umanitaria dei civili a Gaza ha detto: «Non è vera la retorica secondo cui i civili non sono consapevoli e coinvolti. Avrebbero potuto ribellarsi, avrebbero potuto combattere contro quel regime malvagio che ha preso il controllo di Gaza».

Come a dire che è saltata la distinzione tra popolazione civile e Hamas. Che si è compiuta ormai completamente la sovrapposizione tra i civili e i combattenti. Che le azioni efferate di Hamas, quindi, possono per questo consentire una punizione collettiva.

ECCO COSA SIGNIFICA NASCERE IN UNA STRISCIA

di Vito MANCUSO (La Stampa del 15/17/2023)

Il numero uno di Hamas (che al momento risiede in Qatar da dove ha diffuso un video che lo ritrae mentre prega il suo Dio ringraziandolo per l'avvenuto massacro di israeliani da parte dei suoi) si chiama lsmail Haniveh ed e nato nel 1962, il mio stesso

anno di nascita. Il numero due di Hamas (che al momento è nella Striscia di Gaza e che per gli israeliani è un uomo già morto) si chiama Yahya Sinwar ed è nato anch'egli nel 1962. Avrei potuto essere loro compagno di classe, seduto nello stesso banco, giocare insieme al pallone. Solo sulla carta, ovviamente, perché in realtà, mentre io sono nato in un operoso paese della Brianza parte di uno Stato nazionale relativamente prospero, essi sono nati entrambi in un campo profughi della Striscia di Gaza privi di uno Stato che rappresenti la loro nazione (non a caso ho dovuto scrivere "Striscia", non Stato). Cosa significa nascere in una Striscia? Cosa significa nascere e crescere in un campo profughi di persone cacciate dalle loro case ed espulse dalla loro terra, e senza nessuna credibile prospettiva di poter superare quella condizione avendo finalmente uno Stato nazionale e riavendo una casa? Significa crescere a pane e odio. A volte può persino mancare il pane, l'odio però mai; anzi, di sicuro esso viene accresciuto dalla mancanza del pane.

giovedì 12 ottobre 2023

EQUIDISTANTE? NO, IMPOTENTE

 di Michele  SERRA

Il jihadismo è sterminio organizzato, eliminazione degli impuri nel nome dei puri che voleranno in paradiso su un tappeto di sangue (altrui). Hamas lo ha confermato. Trucidare i bambini è nazismo reincarnato. Gaza è una enorme prigione a cielo aperto, nella quale quasi tutti gli imprigionati sono innocenti. Tra di essi, quasi un milione di bambini e di ragazzini. Gaza è una delle vergogne del mondo.