lunedì 6 novembre 2023

Lettera agli ebrei italiani

Franco Lattes Fortini, 04.11.2023 *

 La distinzione fra ebraismo e stato d’Israele, che fino a ieri ci era potuta parere preziosa acquisizione contro i fanatismi, è stata rimessa in forse dall’assenso o dal silenzio della Diaspora. Una grande donna ebrea cristiana, Simone Weil ha ricordato che la spada ferisce da due parti. Anche da più di due, oso aggiungere Ogni giorno siamo informati della repressione israeliana contro la popolazione palestinese.

E ogni giorno più distratti dal suo significato, come vuole chi la guida. Cresce ogni giorno un assedio che insieme alle vite, alla cultura, le abitazioni, le piantagioni e la memoria di quel popolo e – nel medesimo tempo – distrugge o deforma l’onore di Israele.

giovedì 2 novembre 2023

L'autorità delle vittime

 Luigi Manconi (La Repubblica, 1 novembre 2023)

Penso che, per quanto le comparazioni storiche risultino sempre imperfette, l’azione di Hamas del 7 ottobre sia assimilabile a un pogrom (ebrei uccisi perché ebrei); e che esso acquisisca uno statuto di unicità nel cupo catalogo delle nefandezze del mondo (ne ha scritto Ezio Mauro lunedì scorso). Ritengo tuttavia che i morti civili palestinesi non costituiscano il costo necessario del diritto di Israele a difendersi; e i bambini di Gaza colpiti dalle bombe non vadano considerati come l’inevitabile effetto collaterale della punizione dei terroristi.
In altre parole, si possono avere a cuore le vittime della carneficina di Hamas del 7 ottobre e quelle palestinesi di oggi e di domani: senza, per ciò, sentirsi costretti a privilegiare, con meschino spirito marziale, le une rispetto alle altre. E senza lasciarsi condizionare né dai propri sensi di colpa (che pure possono essere seri e nobili) né dalle intimidazioni di quei giornalisti italiani, aspiranti caporal maggiore dello Shin Bet, che tromboneggiano contro chi non prenderebbe una posizione sufficientemente netta.